23 luglio 2017 domenica
Tutte le cose belle finiscono, cosi lasciamo la Thymos Tower e tornaiamo al cantiere però con un altro spirito.
E’ domenica, in cantiere capisci che è domenica solo dall’assenza di rumori, cioè il silenzio più totale. Quel Beep Beep di sottofondo dato dalle gru in manovra, il brusio incessante delle levigatrici sugli scafi, i botti secchi di colpo di martello, lo sbatacchio di chi arma le vele, i motorini degli operai che fanno avanti indietro. La domenica tutto si spegne OFF, tranne i figli purtroppo che, come a casa, il week end pensano bene di svegliarsi prima del solito. In cantiere la domenica è come se ci fosse un tacito accordo per fare tutti il meno rumore possibile e regalare meritato riposo a chi ne ha bisogno, in effetti è il motivo per cui dall’alto hanno inventato questo giorno. Peccato che per noi oggi è come se fosse un banale martedì. Visto che Timo si è appena addormentato, Iago e Nina cara grazia hanno trovato due bambini della loro età su una barca appena arrivata, e sono in giro a pescare con loro, io mi butto a svuotare la cabina di prua, da qualche parte dovrò pure iniziare!
Stefano questa settima senza di me ha dato un bel colpo di reni sui lavoretti vari da fare , ma la cosa che preme di più è ancora in balia del nostro uomo napoletano: il motore. Cerco comunque di non demoralizzarmi e portarmi avanti con le cose lasciate in sospeso prima della villazza, ma….
Ogni volta che metto piede su Schibumi l’umore scende, come la lancetta del contakilometri quando vedi in lontananza un posto di blocco. L’ansia al contrario prende la forma di uno shuttle a Cape Canaveral e accende i motori. Da qualche giorno sono ricomparse le extrasistole e mi chiedo come mai abbiano aspettato tanto. Pensavo di aver già dato a fatto di stress e stanchezza con il trasloco, ma mi sbagliavo avevo sottovalutato questo mesetto in cantiere (anche perchè contavamo di starci 10 gg al massimo in cantiere, non 31 gg).
20 min dopo….
ecco pensavo di poter inizare con calma a sistemare almeno una cabina, invece no. Sotto i materassi negli stipetti ci sono tubi che servono a Stefano, che però userà martedì, e forse gli serviranno anche quelli nella cala vele quindi sia la cala vele che la cabina di prua non si possono sistemare e pulire. Pulisco il nostro bagno? no perché di li ci passa un cavo che servirà al meccanico e visto che il meccanico non ha le mani di un’estetista è inutile che io lo pulisca.
La cabina degli ospiti è inaccessibile perchè è il magazzino temporaneo di Ste, quindi apro e richiudo immediatamente, nella cabina bimbi devono passare a ritirare i materassi per rifare le fodere quindi fino a quando non ci sono i letti nuovi non posso entrarci…. In cucina ho giusto messo i bicchieri presi con i punti dell’esselunga che dovrò togliere e rimettere perchè sotto i bicchieri ci va un tappetino….ho le mani legate qualsiasi passo è concatenato ad un altro, che è legato ad un altro e non so da che parte prendere il capo della matassa.
Decido di segnare i metri della catena, desideravo fare questo lavoro alle 6 del mattino o alle 8 di sera col “fresco” invece mi trovo alle 3 del pomeriggio a tirare 100 mt di catena nel piazzale con 40° e un sole che nemmeno una lucertola sopporterebbe. Per fortuna che ho tre aiutanti, Nina mi tiene la bindella (scopro poi a fine lavoro che ogni 10 mt segnava 50 cm in meno). Iago vuole usare la bomboletta spray ma ci vuole troppa forza e le sue ditine stuzzicadenti non ce la fanno a tenere premuto lo spray, cosi si imbratta di giallo, poi rosso e non contento anche di verde. L’immancabile litigata tra i due avviene quando prendo il pennello per fare le strisce bianche. Colore ovunque, lo smalto appiccicaticcio incolla alle maglie della catena sassolini e sporco indecifrabile. Loro ad un certo punto vedono gli amichetti nuovi in lontananza, lanciano i pennelli e spariscono, io rimango con Pepper circondata da cagnetti arrapati e Timo che urla come un’aquila. La sera il marito si complimenta con me: -Ecco, il solito lavoro dei tuoi alla cazzo di cane -. son soddisfazioni!