28 luglio 2017
La tensione è alle stelle, da 10 giorni siamo tornati di nuovo in cantiere, sono andata bene per qualche giorno con il relax accumulato, ma ora le energie sono tornate 0, la barca non parte. Qui per consolarci andiamo avanti a birra maionese e pita, pita e nutella, e la mattina il mometo colazione ha perso la poesia.
Diciamo che dentro abbiamo dato una bella svolta di ordine e pulizia, ma senza il motore funzionante il gioco è fermo. Il 23 agosto stavo per scrivere un pezzo intitolato “Abbiamo una data” avrei raccontato delle emozioni del pre varo, degli ultimi preparativi, dell’adrenalina sparata direttamente in vena che avrebbe fatto vivere gli ultimi giorni con altri occhi. Oggi invece mi trovo a scrivere queste righe senza più una data, forse con un barlume di speranza, forse con l’illusione che alla fine ce la faremo, mah. Avremmo dovuto mettere in acqua Shibu tra un’ora (10:00 ) invece ella giace ancora sventrata nelle sua parti più intime sul suo invaso arrugginito che la regge da 4 lunghi anni. Entrando nel dettaglio tecnico il motore era stato smontato a Pasqua, rimontato a giugno tranne un pezzo, lo scambiatore, che Nello (meccanico che arriva direttamente da Salerno, dove dicono esistano i migliori meccanici nautici del mondo, e io qui avrei qualcosa da ridide in merito, ma è un altro capitolo) in questi giorni avrebbe dovuto rimontare, o meglio, non in questi giorni, sarebbe dovuto venire i primi di luglio ma soprassedisamo sulle tempistiche campane….sta di fatto che a questo pezzo seguiva un altro pezzo mancante, che Andrea il nostro punto di riferimento per i lavori, ha fatto fare al volo qui sull’isola, peccato che il migliore meccanico nautico mondiale montandolo abbia spaccato una vite. Quindi bye bye varo il 31 luglio. Ieri l’effetto volano della settimana passata in villa si è concluso, io ho sbroccato di nuovo con i bimbi, volavano pappine appena aprivano bocca. Si non si fa,lo so, la mia testa, la parte lucida e razionale lo sa, peccato che quella è entrata in modalità OFF parecchi giorni fa.
-mamma la mia testa mi dice che siamo in un sogno, che questa non è la vita normale-
L’altra sera Nina mi ha detto: -mamma la mia testa mi dice che siamo in un sogno, che questa non è la vita.- Ecco appunto una bambina di 5 anni ha detto in 2 secondi quello che io cerco di riassumere in mille righe di un cazzo di blog. Ieri sera ho trovato un’altra super villa dove poter passare 3 giorni di relax, la mia ulcera mi dice “VAI” ma il mio cuore mi dice “RESTA”, non posso mollare adesso Stefano Maria Barberis. E’ il rush finale, l’ultimo match prima della vittoria, non si può spezzare adesso la nostra squadra. Non posso lasciarlo solo proprio ora, non che io sia in grado si far partire un Perkins (motore), ma sapere che io sono li sotto la chiglia a mandare avanti la baracca è una sicurezza per lui ne sono certa. Per fortuna che ho ancora una piccola riserva di entusiasmo nascosta dentro di me, come mia mamma teneva le 10.000 lire nascoste sotto il parasole della pegeut 205 nascoste per l’emergenza benzina!
Nello in questi giorni mi ha prestato la sua auto per andare a prendere materiali di svariata origine, cose che a Milano troveresti nel raggio di 1 km qui devi girare due isole. Avanti e indietro da Nidri, come se fosse una routine, su e giù per le colline di Vonitsa e cosi sfreccio con la sua Lacia Thema 5000 di cilindrata sotto il caldo sole greco: un razzo, da 0 a 100 Km/h in 3 sec, ogni volta che acceleravo Nina si spiaccicava sul sedile . In queste avventure Nina era sempre con me e Timo ignaro di tutto sempre nel suo seggiolino in attesa dello tzaziky serale. Due femmine sul bolide, braccio fuori, occhiali a specchio, caffe frappè nel porta oggetti e Despacito a manetta. Un diversivo in queste giornate interminabili e tutte uguali.
Per ingannare il tempo intanto abbiamo costruito un porta posate con dei bei corrugati rimediati tra la spazza!
Si passano le ore solo per tirare sera e noi intanto inganniamo il tempo tagliandoci i capelli o inventandoci delle case tra gli invasi, si fa quello che si può, ma quanto dovrà durare ancora tutto questo?