Una barca si sporca, molto e velocemente, soprattutto con tre bambini a bordo…e un cane. Non esiste lavatrice e lavastoviglie e nemmeno l’aspirapolvere. Per fortuna vestendoci solo con un costume i vestiti da lavare sono pochissimi, giusto le mutande (che sono il nostro pigiama) e qualche maglietta. Però le stoviglie….. sono sempre troppe, io odio lavare i piatti, in più lo devo fare in uno spazio piccolo e cercando di usare poca acqua e detersivo: un’impresa! In dinette invece tra i cuscini regna qualsiasi tipo di briciola, e pezzi di giochi, ritagli di carta, senza parlare della polvere! Il vento porta polvere, sabbia, poi la salsedine e il sale residuo dagli schizzi delle onde….dulcis in fundo: il pelo nero di Pepper! Ogni tanto ci si deve armare di tanta pazienza e fare “le pulizie di primavera”, soprattutto non vista di amici a bordo.

Avremmo voluto andare a prendere gli amici Rizzi direttamente in porto a Naxos all’arrivo del traghetto, ma lì non c’è protezione dal meltemi entrare in porto non sene parla e fargli fare subito la prima notte sulle montagne russe non era il caso. Naxos è un’isola grande, al centro dell’arcipelago, c’è molto via vai d’estate, spiagge belle, vita mondana brillante, meta ambita e comoda da raggiungere per via dell’aereoporto presente, insomma un’isola viva e chiassosa, tranne dove siamo arrivati noi, deserto. Siamo a sud, Kalados Beach, spiaggia meravigliosa, acqua cristallina che rimane bassa bassa per diverse decine di metri, un porto piccolo, seminuovo ma abbandonato. Gli ingegneri devono aver fatto male i conti perché parte del molo con bitte e colonnine dei servizi annessi sono proprio sopra la sabbia e non sul mare. Sulla sinistra, in altro sopra agli scogli una taverna e qualche camera, a destra che domina la baia una veranda di vite, del fumo, una bandiera Greca che sventola, profumo di griglia nell’aria. Noi con il nostro solito armamentario ci piazziamo in spiaggia ad aspettare che il taxi ci porti i nostri amici. Siamo soli, tranne un’altra famiglia appena sbarcata da un catamarano ma sono lontani 100 MT da noi.

Da Naxos-porto a Kalados beach sono circa 1:30 h di auto tra montagne alte e secche, curve e strapiombi, ecco il motivo per cui in questo posto non ci viene nessun vacanziere, troppo scomodo, ma non ci vengono neppure gli isolani, se non Dimitri e Sofia. Marito e moglie, hanno una “farm” a qualche kilometro dalla spiaggia nell’entroterra e a due curve sopra la baia hanno arrangiato una taverna, quella con la bandiera che sventolava, quella che profuma di brace; un container è la cucina, un mega barbecue costruito con soli sassi serve per grigliare la carne delle loro pecore, maiali e polli e poi un pergolato di vite con una manciata di tavolini. La mattina facendo un giro con Pepper, Ste aveva incontrato Sofia e aveva scambiato con lei due chiacchiere. Visto il nostro frigo vuoto e l’impossibilità di trovare un mini mini market da quelle parti, Sofia si era messa a disposizione di andare lei con il suo pick-up e con la lista della nostra spesa in mano a farci una piccola cambusa.
I Rizzi arrivano all’ora di pranzo ed era scontato andassimo a mangiare da Sofi and co. Oltre a noi c’erano ovviamente Dimitri, mago del barbecue e sventra maiali, un ragazzotto magro e un tredicenne che rimane sotto lo sguardo dei nostri bambini per parecchio tempo: maglia zozza e rotta, jeans neri zozzi e rotti e delle scarpe che facevano tenerezza, un involucro di cuoio con due buchini da cui passava uno spago, zozze e rotte, o per meglio dire: vissute. Il vestiario umile e per niente modaiolo fa capire che loro non si vestono, si coprono, sono vestiti da “farm” e ai maiali non interessa se hai le Nike o le Adidas. Il ragazzino ha gli occhi neri, dolci e gentili, gli chiediamo se può portare i bambini a vedere gli animali, non sa l’inglese, una ragazza mora e lunga traduce per lui. Così con la camminata goffa di chi porta ai piedi dei macigni porta i bambini a vedere polli e pecore. Ci spariamo una grigliata da paura: agnello, maiale e polletto e poi i formaggi fatti da loro, vino e verdure del loro orto, pane e olio, pane rigorosamente fatto in casa, l’olio pure, tutto con con vista mare, Shibumi e chiappe di Dimitri che stava seduto a grigliare sul suo sgabello con mezzo culo di fuori.


A rotoli arriviamo al tender, carichiamo i bagagli, cane, secchielli, ombrellone ecc ecc…e passiamo il pomeriggio in relax a bordo, ancorati su 7 metri di fondo di sabbia zero onda e il vento pronto a risoffiare. La mattina stiamo appostati in barca aspettando di vedere spuntare dai curvoni delle montagne Sofia e la nostra cambusa. Scendiamo a terra a prendere le borse un abbraccio un saluto e salpiamo per un’altra avventura!
I nostri amici staranno con noi un paio di settimane, siamo felici di trascorrere del tempo con loro. In quell’estate famosa, sulla stessa barca, era nato anche il loro amore e da allora ogni estate hanno sempre condiviso il mare con noi!
Prima tappa insieme: Koufunissa, piccole cicladi, un arcipelago nell’arcipelago.

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