Ancora a 200 m dalla spiaggia, telo, maschere e senza troppe chincaglierie scendiamo a terra. Rosse rossastre, mare turchese, ciottoli e scogli, sentieri che si perdono tra gli ulivi; una tenda fa ombra all’ingresso di una piccola grotta tra le rocce alte che proteggono la baia. Al suo interno due materassini, una pila di libri, una cesta con delle stoviglie, dei sassi a cerchio con dentro trozzi di legno bruciato. Spiaggia deserta! Dopo circa un’oretta di bagni e chiacchiere vediamo scendere da uno dei sentieri alle nostre spalle, la banda dei “bigoli liberi” 7 ragazzi, due di loro ragazze, camminano molleggiandosi sulle ginocchia con lo stesso ritmo, pantaloni turchi (per me, chapamerda) alcuni con i dred raccolti in uno cignonne, altri col ciuffo ribelle, zaini in spalla, sacchi a pelo sotto il braccio, sembravano i 7 nani mente vanno in miniera. Arrivano sul bagnasciuga, via gli zaini, via il sacco a pelo, via i chapamerda e ollleee, tuffo!!!!
Sono incuriosita, non dai bigoli liberi ovvio, ma da dove arrivi quel sentiero e tutti gli altri, è un’isola disabitata, quindi? Prima di risalire a bordo io e Pepper andiamo alla scoperta, saliamo e saliamo, il sentiero finisce e camminiamo su sassolini che scivolano sotto i piedi, è abbastanza ripido e sconsigliato con le infradito, ma la curiosità di vedere cosa c’è dietro va oltre la paura di pestare il sedere.
Arrivo in cima…. sono senza fiato, sia per la salita che per lo spettacolo che ho davanti. Lì sopra c’è un vento pazzesco che mi spazza via. Sotto di me una distesa di campi gialli secchi secchi, ulivi sparsi qua e là, muretti a secco maliridotti e puntini di colore rosso, blu, grigio, verde mela, sparsi un po’ ovunque: sono tende. In fondo sul promontorio una casa di sasso diroccata, a sinistra una messo meglio con capre che scorrazzano libere. All’orizzonte il mare blu, puntinato di schiuma bianca delle onde alzate dal vento che bagna anche e la sorella gemella Pano Koufunissa.
La mattina ci organizziamo per andare alla scoperta della parte dell’isola oltre il sentiero, ci armiamo di sandali, cappello, acqua, bake Rolls, marsupio per Mimmo e andiamo. I sentieri sono davvero tanti, stretti stretti, rugosi che vanno da un albero all’altro, o attraversano i campi o scendono al mare.
Appena un albero si fa grande e alto, diventa riparo e ombra per una tenda. Poi qualcuno spunta da un cespuglio con della carta igenica, uno passeggia con una chitarra che penzola dalla schiena. Avremo incrociato una decina di persone, anche meno, per lo più giovani, tutti silenziosi, testa bassa e con passo veloce, come se si stessero preparando per qualcosa, passano salutano e spariscono.
Noi raggiungiamo la casa dismessa, pausa acqua e bake Rolls.
La casa diroccata mi affascina, mi avvicino e guardo dentro quello che rimane di quelle mura, una parte ha il tetto crollato, nell’altra si intravede, guardando dentro a una finestra: un letto (delle assi sorrette da due muretti) una lampada ad olio appoggiata dentro una nicchia nel muro, un tavolino e una sedia impolverati. Che meraviglia, lí il tempo si è fermato a chissà quanti anni fa. Il vecchio mi affascina, mi incuriosisce, non ho mai capito perché, ma appena vedo una porta scrostata, una piastrella scolorita è come se avessi una calamita dentro che mi attrae a loro. Ancora mi tornano alla mente le domande che mi facevo sulla vita della vecchina nera, qui ci sarà di mezzo un pastore, un contadino ma la curiosità è la stessa. I bambini si divertono, camminano, si arrampicano, giocano con i legni, Iago colpisce “per sbaglio” sua sorella, Nina piange, castigo….la prassi, nulla di nuovo!
Da uno scorcio dietro agli alberi si intravede una bella spiaggia con un po’ di gente, poco vestita, altri bigoli liberi in vacanza! Decidiamo che è meglio ritornare a bordo.
Trovo bello che ci sia un’isola disabitata dove poter fare campeggio libero, oramai è cosa rara, sia la possibilità di fare campeggio free, che trovare un’isola senza insediamento umano. Sicuramente anni fa era una cosa più “normale” campeggiare in spiaggia, spesso però in Grecia troviamo tende e soprattutto bigoli liberi.
Torniamo a bordo, aperitivo e cenetta e la mattina seguente si parte per la vicina Pano Koufunissa.